L’HS Code (Harmonized System Code) è il sistema internazionale che identifica ogni prodotto nelle operazioni di import ed export tramite un codice numerico univoco. La base è di 6 cifre, comuni a tutti i Paesi che aderiscono all’Organizzazione Mondiale delle Dogane.
Nell’Unione Europea il codice si estende a 8 cifre con la Nomenclatura Combinata (NC), mentre il codice TARIC porta la classificazione a 10 cifre, includendo informazioni su dazi, regimi preferenziali e restrizioni. Questa struttura garantisce uniformità, trasparenza e corretto calcolo delle tariffe doganali in tutta l’UE.
Quando si esporta o si importa una merce, è fondamentale identificarla correttamente. Ed è qui che entra in gioco il codice doganale.
La voce doganale, oltre alle caratteristiche dei prodotti, indica attributi e particolari misure applicabili alla merce alla quale si riferisce, contenendo al suo interno:
- una descrizione merceologica
- informazioni riguardanti restrizioni a importazioni ed esportazioni (misure non tariffarie)
- elenco dazi e aliquote applicate alle merci in oggetto (misure tariffarie)
Stiamo dunque parlando di una serie di cifre che permette l’immediata identificazione di ciò che stiamo importando o esportando, sia dentro che fuori i confini comunitari, e i vincoli ai quali queste merci sono soggette.
Cos’è il Codice Taric?
La TARIC, o Tariffa Doganale Comune, è la nomenclatura combinata con competenza giuridica dell’Unione Europea. Consente alle aziende di operare in un sistema armonizzato, evitando che all’interno dell’UE vengano applicati criteri di classificazione diversi da Stato a Stato, che potrebbero rappresentare una concorrenza sleale.
Ogni quanto viene aggiornata la Nomenclatura Combinata?
La TARIC è stata introdotta con il Regolamento (CEE) n. 2658/87, che ha istituito la Nomenclatura Combinata (NC), ossia la nomenclatura delle merci a 8 cifre.
Ogni anno, entro la fine di ottobre, la Commissione Europea pubblica sulla Gazzetta Ufficiale UE l’aggiornamento della NC e della TARIC, con entrata in vigore il 1° gennaio dell’anno successivo.
L’ultima versione della Nomenclatura Combinata, pubblicata il 31 ottobre 2024, è in vigore dal 1° gennaio 2025.
In ogni aggiornamento, i nuovi codici sono contrassegnati da una stella nera, mentre i codici già esistenti ma con un contenuto differente si riconoscono per la presenza di un quadrato nero.
Le parentesi quadre identificano invece le voci doganali che sono state soppresse.
Come funziona la classificazione dell’HS Code?
Le tariffe doganali raggruppano l’enorme varietà di merci in famiglie e sottocategorie, seguendo regole comuni.
Un principio fondamentale è che, se una merce può essere classificata in più voci, la classificazione privilegia come prioritaria quella più specifica a discapito delle voci più generiche.
In caso di prodotti misti, ossia formati da componenti di natura e materia differenti, vengono applicate le seguenti linee guida:
- Se diverse voci possono riferirsi a parti o materie diverse del prodotto, tutte vanno considerate come ugualmente specifiche.
- Se non si individua la materia che caratterizza il prodotto, la merce va classificata alla voce doganale posta in ultima posizione numerica, tra tutte possibilità di voci validamente considerabili.
Se non è possibile applicare nessuna delle regole precedenti, la merce si classifica alla voce doganale più affine.
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Come è composto il Codice Doganale?
La sequenza numerica è strutturata su più livelli.
Le prime 6 cifre compongono il Sistema Armonizzato (Harmonized Commodity Description and Coding System, o più semplicemente HS Code), la struttura internazionale di classificazione riconosciuta a livello globale. L’HS Code è diviso in 21 sezioni, che rappresentano macro-categorie di merci, e sono ulteriormente suddivise in 99 capitoli, per poi arrivare a migliaia di voci e sottovoci. Le sezioni forniscono una prima, ampia classificazione dei prodotti, mentre la discesa nella gerarchia della struttura permette di arrivare a una classificazione sempre più specifica del prodotto in questione.
Per l’export nell’Unione Europea, a queste 6 cifre si aggiungono le due cifre della Nomenclatura Combinata (NC), ossia il sistema di codifica standard a otto cifre dell’Unione Europea che classifica le merci per scopi tariffari e statistici. È fondamentale per determinare i dazi doganali, l’IVA, e per fornire statistiche sul commercio intra-UE e tra l’UE e il resto del mondo.
Infine, in caso di importazione, a queste 8 cifre si aggiungono 2 sottovoci, arrivando a un codice TARIC (Tariffa Integrata Comunitaria) di 10 cifre. La TARIC è usata nell’UE per indicare eventuali restrizioni, licenze, certificazioni o altre misure di politica commerciale che si applicano a un determinato prodotto in importazione.
Tariffa Doganale, cosa cambia tra Paesi UE e Paesi Extra UE?
Per le operazioni interne all’UE, la tariffa doganale è unica e condivisa da tutti i Paesi membri.
Diverso è il caso delle operazioni con Paesi extra-UE: in questi casi occorre presentare una dichiarazione doganale di esportazione, nella quale sono specificate le varie Voci Doganali relative a ciascuna merce oggetto dell’esportazione.
Le prime 6 cifre di una specifica Voce Doganale solitamente coincidono in tutto il mondo (HS Code), ma le ultime possono variare a seconda dello Stato di destinazione. Anche in caso di import, le ultime cifre del codice possono variare e influenzare dazi e requisiti.
Per questo motivo è sempre consigliabile, soprattutto nel caso di spedizioni verso Paesi extraeuropei, affidarsi alla consulenza di un professionista del settore per evitare possibili problematiche relative alla variazione del codice numerico della Voce Doganale conoscere con precisione dazi e restrizioni applicati al prodotto nel Paese importatore.
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Guida alla codifica doganale: un caso pratico
Vediamo ora un caso pratico per individuare il Codice Taric corrispondente al proprio prodotto e tutte le informazioni che possiamo ricavare dalla Tariffa Doganale, così da essere preparati per affrontare un’attività di export nella categoria merceologica di proprio interesse, in modo vantaggioso e senza imprevisti.
Come trovare il Codice Taric?
Supponiamo essere un’azienda italiana che deve importare una camicetta di lino da donna. Partiamo innanzitutto con l’individuare la Voce Doganale relativa alla nostra merce.
Esistono strumenti online e banche dati per individuare il codice corretto. In questo esempio utilizzeremo AIDA, il sistema dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per accedere alla tabella completa con l’elenco delle nomenclature TARIC.
Ci si presenterà questa schermata:
Se fossimo già in possesso del Codice Taric sarebbe sufficiente selezionare la voce “Taric” > “Visualizza” da menù “Nomenclature” e inserire il nostro codice, ma nel nostro caso vogliamo individuare la Voce Doganale di nostro interesse e le relative caratteristiche e dovremo quindi cliccare sul menù “Nomenclature” e selezionare “Taric” > “Indice Taric” dall’elenco:
Ci si aprirà così l’intero indice della Tariffa Doganale d’Uso Integrata, suddiviso in Sezioni in base alla categoria merceologica e nei relativi Capitoli, composti da 2 cifre, che indicano le sottocategorie di una determinata macrocategoria di merce.
Scorrendo l’elenco di sezioni, vediamo che quella che riguarda il nostro settore è la Sezione XI, “Materie tessili e loro manufatti”:
Tra i Capitoli presenti in questa Sezione, clicchiamo sul numero di quello che ci interessa, ossia la macrocategoria merceologica 62.
Siamo quindi pronti per individuare la sottocategoria relativa al nostro prodotto, scegliendo tra i sottocapitoli presenti, definiti dalle prime 2 cifre del Capitolo e 2 cifre ulteriori. Nel nostro caso, si tratta della Voce 6206.
Clicchiamo dunque sulla Voce 6206 per effettuare l’ultimo passo della nostra ricerca e poter infine selezionare la nostra Classificazione Doganale, cioè il codice specifico che rappresenta in dettaglio la nostra merce.
Essendo la nostra camicetta da donna composta di lino, cliccheremo sulla sottovoce 6206 9010, in cui “10” corrisponde alla Nomenclatura Combinata:
A questa si aggiunge la sottovoce TARIC “90”, cioè il codice d’importazione. Il codice doganale per importare una camicetta di lino da donna sarà dunque 6206 9010 90.
Guarda il nostro video “Cos’è un codice doganale” per capire in pochissimi minuti come trovare la voce doganale della tua merce!
A cosa serve il Codice Taric?
Ora che abbiamo individuato la Voce Doganale della nostra camicetta di lino, il passo successivo è capire quali dazi e misure si applicano concretamente a questo prodotto, fondamentali al fine di calcolare i costi di importazione.
Con il codice Taric possiamo infatti conoscere finalmente disposizioni, obblighi e fiscalità del prodotto, identificando il dazio doganale corrispondente.
Per questa verifica non basta più il sito dell’Agenzia delle Dogane, ma occorre utilizzare Access2Markets, il portale ufficiale della Commissione Europea che ha sostituito il vecchio Market Access Database (MADB). Con Access2Markets è possibile consultare tutte le informazioni doganali relative a importazioni verso l’UE e a esportazioni dall’UE. Se ad esempio volessimo esportare i nostri prodotti in Sud Africa, ora saremmo in grado di cercare tutte le informazioni sui regolamenti export della nostra merce e decidere se il Paese scelto è una meta vantaggiosa o se convenga selezionare un’altra destinazione, magari per la presenza di particolari restrizioni riguardanti il prodotto in oggetto.
Inserendo il codice della merce e il Paese di origine o destinazione si ottengono infatti:
- dazi applicabili (ad esempio aliquota MFN o regimi preferenziali se esistono accordi commerciali con l’UE);
- documentazione richiesta (certificati sanitari, dichiarazioni di conformità, certificati di origine…);
- eventuali restrizioni o divieti specifici per quel prodotto;
- statistiche sugli scambi commerciali tra UE e Paese selezionato.
Restiamo sul nostro esempio, supponendo di importare la nostra camicetta di lino da donna dalla Tunisia, un Paese con accordi preferenziali con l’UE.
Una volta effettuato l’accesso al sito, utilizziamo il servizio “My Trade Assistant”.
Selezioniamo il Paese di esportazione (Tunisia), quello di destinazione (Italia), e inseriamo il codice doganale del nostro prodotto, che abbiamo precedentemente ottenuto (6206901090) sul sito dell’Agenzia delle Dogane.
Una volta cliccato il pulsante “Cerca”, ci si apre una pagina contenente tutte le informazioni utili ad un’attività di import/export relative al Paese di nostro interesse.
La schermata principale è quella relativa alla voce “Tariffe”.
La Tunisia risulta essere tra i Paesi che hanno siglato accordi commerciali con l’Unione Europea su EUR1, quindi in caso si sia Esportatore Autorizzato o la merce trasportata sia di origine preferenziale il dazio corrisponde allo 0%, altrimenti pagheremo l’aliquota Erga Omnes per i Paesi terzi, al 12%.
Ora che conosciamo le tariffe applicabili, possiamo trovare ulteriori informazioni utili nel menù a sinistra. In particolare, sotto alla categoria “Requisiti per le importazioni” – “Generico” sono elencati tutti i documenti che la dogana del Paese di destinazione si aspetta di ricevere a prescindere dalla tipologia di prodotto importato, come la lista di carico, la dichiarazione doganale d’importazione, la fattura commerciale, il certificato di origine preferenziale o non preferenziale, la polizza di carico ecc., con la relativa spiegazione di come devono essere presentati ed eventuali fac-simile.
Nella sottocategoria “Specifico” sono invece presenti tutti i documenti riguardanti formalità specifiche che dovranno essere rispettate in base alla merce, come ad esempio il trasporto di merci pericolose, la dichiarazione di conformità, la lettera dell’autorità competente in materia di prodotti elettrici o elettronici ecc.
Un’altra informazione interessante che possiamo trovare su Access2Markets è la parte riguardante la voce “Statistiche sui flussi commerciali”, che permette di avere dati sugli scambi relativi al codice doganale in oggetto con il singolo Paese con cui stiamo avendo rapporti commerciali o che stiamo valutando come partner commerciale. Ad esempio:
Nella pagina è presente il link a “Statistiche sul commercio dell’UE”, che dà accesso a dati e informazioni relativi ai rapporti commerciali tra i Paesi membri dell’UE e Paesi terzi, così da offrire una panoramica molto più ampia rispetto al singolo codice doganale.
Una volta effettuate tutte le nostre ricerche su Access2Markets, abbiamo finalmente tutte le informazioni che ci servono per effettuare import/export di un determinato prodotto.
Errori comuni nella classificazione doganale
Classificare una merce non è sempre un’operazione semplice. E proprio per questo, in azienda, si tende a commettere alcuni errori ricorrenti:
- Descrizioni troppo generiche: limitarsi a riportare in fattura “abbigliamento” o “macchinari” non basta. La dogana richiede indicazioni precise su materiali, composizione e utilizzo.
- Basarsi solo sulla fattura: la documentazione commerciale è utile, ma non sempre sufficiente a definire la voce doganale corretta. È necessario verificare anche le caratteristiche tecniche e la destinazione d’uso del prodotto.
- Non considerare gli aggiornamenti annuali: ogni anno, a fine ottobre, la Commissione Europea pubblica la nuova Nomenclatura Combinata (NC) con modifiche che entrano in vigore dal 1° gennaio. Ignorarle significa rischiare di utilizzare codici non più validi.
- Confondere import ed export: il codice può variare a seconda che si tratti di un’operazione di importazione o esportazione, soprattutto negli ultimi numeri del TARIC.
Un errore di classificazione può sembrare banale, ma le conseguenze non lo sono affatto: dazi più alti del dovuto, blocchi in dogana, ritardi nelle consegne, sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, contenziosi con le autorità doganali.
ITV e responsabilità dell’importatore
Per ridurre al minimo i rischi di errore, le aziende possono richiedere un’Informazione Tariffaria Vincolante (ITV).
Si tratta di una decisione ufficiale e legalmente vincolante emessa dalle autorità doganali dell’UE, che attribuisce a un prodotto un codice doganale specifico.
L’ITV ha validità tre anni in tutta l’Unione Europea e garantisce certezza giuridica, semplificando le operazioni doganali e riducendo il rischio di contestazioni.
È bene ricordare, però, che la responsabilità della dichiarazione doganale resta sempre in capo all’importatore (o al suo rappresentante indiretto). Anche in caso di errore del fornitore estero o di un intermediario, sarà infatti l’importatore a doverne rispondere.
A cosa serve l’HS Code?
Riassumendo, il codice doganale non è una semplice formalità burocratica: è la chiave per gestire correttamente le operazioni di commercio internazionale.
L’HS Code è uno strumento indispensabile per il riconoscimento ed il trattamento della merce, e qualsiasi azienda impegnata in attività di export deve porre la massima attenzione nel selezionare le Voci Doganali corrette da applicare ai propri prodotti per evitare possibili problematiche.
Dal codice Taric dipendono infatti l’ok o il blocco della merce nella dogana del Paese di arrivo ed eventuali sanzioni accessorie. Grazie a una classificazione precisa, le aziende possono:
- Conoscere con chiarezza le limitazioni e le restrizioni all’import/export relative a un determinato prodotto
- Compilare tutta la documentazione doganale richiesta in modo corretto
- Calcolare gli eventuali dazi doganali e le aliquote IVA applicabili
Tra il Paese di partenza e quello di arrivo, specialmente se extra UE, è possibile che ci siano variazioni nei codici delle Tariffe Doganali ed è perciò sempre consigliabile effettuare una doppia verifica con l’operatore doganale dello Stato di destinazione.
In un contesto in cui le normative cambiano di anno in anno e i controlli doganali sono sempre più stringenti, restare aggiornati è fondamentale. La soluzione più sicura? Affidarsi a un consulente esperto, che possa guidare l’azienda dall’individuazione della voce doganale fino alla gestione pratica delle pratiche di sdoganamento, evitando errori, blocchi o sanzioni.
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